giovedì 17 febbraio 2011

2011-02-17: le vigilie e le attese





Solitamente ogni attesa e vigilia fa rivivere quelle cose che a scuola ti fanno studiare: Il sabato del villaggio e la donzelletta che torna dalla campagna sul calar del sole, eccetera eccetera.
E funziona per parecchie cose che l'attesa crei aspettative alte e che la realtà dei fatti non riesca a rispettarle in pieno.
Però ci sono le eccezioni.
Ci sono quelle attese che vengono superate dall'effettiva realizzazione degli eventi.
Domani è il mio compleanno e non rientra sicuramente tra quelle eccezioni perchè, chi in occasione del capodanno come chi per il proprio compleanno, credo che ogni persona dotata di sufficiente sensibilità e intelligenza abbia una data, un momento in cui tira la riga e fa di conto. Appunto: capodanno, il compleanno, l'anniversario di matrimonio o chennesoio.
Semplicemente un giorno in cui ci si guarda allo specchio, come ogni mattina, ma anzichè compilare liste di cose da fare in giornata, si vola al "e quindi? cosa abbiamo combinato fino a qui?".
Tant'è.


Ma in realtà si parla d'altro: capita che succedano cose per cui ogni vigilia è elettricità, ogni attesa è come quella del Piccolo Principe che "se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò a essere felice."
E queste attese si caricano di energia. E magari capita che si dorma poco, travolti da centomila-e-un pensiero, ma una volta riaperti gli occhi si riscoprano energie immutate.


Quindi, diventa naturale porsi altri quesiti: è sbagliato tutto quello in cui credi? O semplicemente è un modo differente di interpretare?

lunedì 7 febbraio 2011

07-02-2011 Non voglio silenzio


Perchè in certi momenti il silenzio non è mai abbastanza.
In certi istanti, c'è talmente tanto rumore nella testa, tra le orecchie rimbalzano pensieri parole opere e omissioni, che anche se si riesce a zittire ogni briciola di tutto questo rimane ugualmente una baraonda.
Incomprensibilmente e ingiustamente rumorosa.
Un cotechino, un bicchiere di prosecco a sciacquare e sgrassare la bocca e i gatti che chissà come riescono ad intuire che c'è qualcosa che non quadra e si accoccolano tutti intorno.
Qualcosa che non è esattamente allineato.
Anche sapere perchè ci si sente disallineati, anche conoscere perfettamente i motivi e le ragioni non cambia nulla.
Non funziona da diapason per accordarsi nuovamente.

E questo filmato riempie quel silenzio, perchè si accorda -questo sì- con quel brusìo che diventa ronzìo e poi rumore e poi fracasso e infine baraonda, per alimentare quella tensione sotterranea, sottocutanea per concludersi in quel silenzio che dopo aver raggiunto l'apice della tensione sonora crescente, si placa di colpo e ti lascia in quello stato di silenzio che assorda i timpani e fa fremere.