mercoledì 30 marzo 2011

2011-03-30: i re taumaturghi

<<Nessuna spiegazione su dove andranno le due navi, arrivate questa mattina per caricare gli immigrati: “Lei sa giocare a scopa?”, chiede Berlusconi a un cittadino che vuole capire la destinazione delle navi: “Quando saprà giocare a scopa,le spiegherò delle navi”. Una frase incomprensibile che spiega una cosa: nemmeno il premier sa esattamente dove saranno portati i migliaia di migranti arrivati in questi giorni a Lampedusa.>>
(fonte Il Fatto Quotidiano online del 30-03-2011)


Ora mi chiedo: come è possibile? Come si fa?
Chi è che riesce ancora ad applaudirlo? Ad urlare "silvio, silvio" o ad avere il coraggio di presentarsi ai banchetti del pdl di fronte al tribunale di Milano. (tra l'altro: banchetti... con gazebo e sciarpette e bandierine tutte uguali...proprio segno di una manifestazione spontanea...a quanto stanno al mercato i figuranti per il tribunale? E quelli per Forum? Sono ancora a 300 euro o sono in superofferta? E le studentesse per le lezioni sul Corano di un ex-amico in difficoltà?)
Ad una domanda più che lecita, questo risponde con il trucchetto dello scippatore.
"Guarda là!", tu ti volti e non trovi più il portafoglio e lo scippatore...


Ma se io ad una domanda circostanziata e legittima, sul lavoro, davanti alla fidanzata, ai genitori, al professore universitario o chicchessia, rispondessi a quel modo, con la supercazzola di livello infimo che neanche De Sica nell'ignobile tentativo di replicare "Amici Miei", il minimo che mi potrebbe arrivare è un fanculo diretto sul muso.
O un bel calcio in culo.
E questi applaudono.
Perchè?
Perchè gli ha detto/promesso che gli tinteggia i muri delle case? Alè...il presidente imbianchino ci mancava...
Perchè gli mette l'illuminazione e i ciottoli? Alè...il presidente assessore all'urbanistica.
Perchè gli ha detto che la vuole fare come Portofino? Alè...il presidente architetto.
Ma che stai a dire? Se è Lampedusa, non è Portofino! E poi che fa?
Porta l'isola dei conigli in Riviera Ligure?


Ma invece di fare il venditore della folletto e vendere le consuete storielle, provasse a rispondere alle domande.
"Lei sa giocare a scopa? Quando saprà giocare a scopa, le spiegherò delle navi".
Proporre Lampedusa per il Nobel per la Pace.. (questa però sono convinto che non se l'era preparata...i suoi neuroni l'hanno vissuta come il colpo di genio del fuoriclasse, il colpo di tacco -pardon...'tacco' è una parola che non si può usare con lui- da numero 10).


Incredulo. A me viene solo scoramento e nausea.
Bleah.

martedì 15 marzo 2011

2011-03-15

Auguri papà.
Giornata colma.
Una mezza maratona che ha lasciato una vagonata di ricordi e sensazioni:la  sveglia alle 6, la colazione di fette biscottate e miele. Essere prima della partenza nel gruppone (c'erano circa 2500 persone...) e poi dopo lo sparo man mano ci si sgrana, la pioggia dal sesto al sedicesimo km...quella bava di vento contro che normalmente non te ne accorgi, ma dopo 15 km la senti come una mano che ti tiene per la maglia, l'allungo del chilometro finale per arrivare al traguardo in accelerazione, quella mantellina dorata leggerissima che sembra domopak ma ti tiene caldissimo, quegli sguardi di solidarietà tra tutti quelli arrivati quasi a dirsi vicendevolmente "bravo, ce l'hai fatta anche tu", dal diciottesimo km ogni volta che si passava il cartello della distanza percorsa stringere il pugnetto come un tennista che ha appena fatto un punto importante. La gente lungo il percorso che ti applaude e ti incita. Mio cugino che al 20imo dice "bravo Gabri, ce l'hai fatta" e da scemo masochista che rispondere "no, andiamo, non rallentiamo, tiriamo fino alla fine", la pasta mangiata alle 11 appena finita la gara in piedi sotto un tendone dentro un piatto di plastica, ma che mi ha fatto sentire il caldo che si irradiava dallo stomaco in ogni parte del corpo. Il pettorale appeso ora in bacheca insieme alla medaglia ricordo, il salame la pasta ed il barattolo di sugo nel pacco gara con maglietta ricordo e pettorale.
E poi il procedere della giornata per arrivare alla nausea.
Vedere Alfano e gli scagnozzi dietro che sembrano agenti immobiliari di Tecnocasa che ancora un po' affittano il trilocale costruito all'interno del nodo che hanno fatto alla cravatta. 
Vedere Alfano.
Vedere Alfano.
Vedere Alfano.
Vedere Alfano.
Vedere Alfano.
Non mi si è incantata la tastiera, è che proprio mi torna su il pollo alla paprika mangiato stasera.
E poi ci sono le tragedie vere per l'Italia: la riforma giustizia. E mi vien solo da definirlo come "colpo di stato morbido".
E poi ci sono le tragedie per la Terra.
E le immagini del terremoto e dello tsunami sono terrificanti.
Lasciano senza parole.
Rimettono a posto il senso delle proporzioni.
E nonostante tutto, continuare a vedere un cane da guardia che abbaia e si sgola per difendere il padrone è commovente. Anzi: lo sarebbe se camminasse a quattro zampe invece che vestire in giacca e cravatta e scorrere lo schermo di un iPhone in diretta tv.
E piano piano parte un tam tam. 
A volume basso, ma crescente.
E dice: "basta basta basta basta..." che finisce per diventare un mantra.
Ma è possibile parlare di cose concrete? Di fatti reali? Di bisogni reali?
Si riesce a fare informazione seria?
Si riesce a cercare di spiegare il perchè ed il percome della disoccupazione giovanile under 30 che si aggira intorno al 30%? che vuol dire 1 su 3?
Del perchè il diesel va a quasi 1,5 euro/litro?
Del problema del nucleare sì/nucleare no?
Del perchè la politica del fare, i politici del fare dal 1994 a oggi non vengono ricordati per niente se non per scandali giudiziari/economici/politici?
Delle possibilità esplorate ed esplorabili per uscire dalla crisi economica o perlomeno per ripartire?
Anzichè parlare dei processi di un 75enne malato di sesso?
E' possibile o bisogna pure ringraziare che i Maya millenni addietro si siano fatti una padellata di cazzi degli altri e del futuro degli altri?
Così almeno sappiamo quanto manca alla fine di questo squallido e triste spettacolino da avanspettacolo di terza categoria.

martedì 8 marzo 2011

venerdì 4 marzo 2011

Poi, in quei casi lì, si sente sempre freddo

Io non so perchè.
Proprio non lo so, ma, con qualche purtroppo plurima esperienza, ho avuto la sventura di notare come trovandosi ad un funerale la sensazione di freddo che si avverte è continua, persistente e fastidiosamente pungente.
E ti accompagna per tutta la durata della giornata.
All'inizio può essere il mattino.
Poi può essere l'umidità di giornate che sono quasi sempre ed inevitabilmente condite da pioggia o da nebbia o da nuvoloni.
Quindi può essere l'ambiente delle chiese, non esattamente saune a secco.
E suggestivamente magari è la Signora con la Falce che si aggira silenziosamente tra gli astanti.
Il dato certo è che il malessere è visibile.
Nei volti, nelle smorfie, nelle mani tremanti, negli occhi vuoti e persi.
In quei "ciao" appena sussurrati da chi non vorrebbe nemmeno salutarsi forse, perchè non vorrebbe aver motivi per essere lì.

E poi esci dalla chiesa, con le spalle piegate e cariche di tanti frammenti di ricordi, di frasi, di occhiate, di quegli occhi vividi, vivaci e pieni di energia.
Esci dalla chiesa e c'è il sole, il cielo si è aperto in un azzurro che potrebbe essere un segnale, un ulteriore saluto.
Invece nel corteo che si snoda a piedi sotto il sole dalla chiesa al cimitero, la pelle non si scalda, la luce solare non dà fastidio, quasi fosse solamente un pezzo di scenografia.

E il silenzio. Irreale.
Forse sarà che le orecchie sono piene dei troppi ronzii prodotti dai pensieri di ogni cervello, ma si percepisce a fatica il rumore dei passi della gente che si sposta seguendo il carro funebre.
Viene persino voglia di fumare una sigaretta, magari marlboro medium, per provare a sciogliere tutti i ronzii nella sensazione di leggerezza da testa vuota che la nicotina suscita.

Ciao.

giovedì 3 marzo 2011

ciao...

Ciao...
Ciao perchè ci rivedremo.
Ciao, anche se sono in ritardo.
Ciao perchè in fondo ci sarai sempre.
Ciao perchè domani saremo tantissimi.
Ciao perchè se nevica a marzo è una cosa speciale.
Ciao perchè addio è una parola che non ha senso in questi casi.
Ciao...perchè non esiste altro modo di salutarti.






Ciao, ci vediamo domani.