martedì 15 marzo 2011

2011-03-15

Auguri papà.
Giornata colma.
Una mezza maratona che ha lasciato una vagonata di ricordi e sensazioni:la  sveglia alle 6, la colazione di fette biscottate e miele. Essere prima della partenza nel gruppone (c'erano circa 2500 persone...) e poi dopo lo sparo man mano ci si sgrana, la pioggia dal sesto al sedicesimo km...quella bava di vento contro che normalmente non te ne accorgi, ma dopo 15 km la senti come una mano che ti tiene per la maglia, l'allungo del chilometro finale per arrivare al traguardo in accelerazione, quella mantellina dorata leggerissima che sembra domopak ma ti tiene caldissimo, quegli sguardi di solidarietà tra tutti quelli arrivati quasi a dirsi vicendevolmente "bravo, ce l'hai fatta anche tu", dal diciottesimo km ogni volta che si passava il cartello della distanza percorsa stringere il pugnetto come un tennista che ha appena fatto un punto importante. La gente lungo il percorso che ti applaude e ti incita. Mio cugino che al 20imo dice "bravo Gabri, ce l'hai fatta" e da scemo masochista che rispondere "no, andiamo, non rallentiamo, tiriamo fino alla fine", la pasta mangiata alle 11 appena finita la gara in piedi sotto un tendone dentro un piatto di plastica, ma che mi ha fatto sentire il caldo che si irradiava dallo stomaco in ogni parte del corpo. Il pettorale appeso ora in bacheca insieme alla medaglia ricordo, il salame la pasta ed il barattolo di sugo nel pacco gara con maglietta ricordo e pettorale.
E poi il procedere della giornata per arrivare alla nausea.
Vedere Alfano e gli scagnozzi dietro che sembrano agenti immobiliari di Tecnocasa che ancora un po' affittano il trilocale costruito all'interno del nodo che hanno fatto alla cravatta. 
Vedere Alfano.
Vedere Alfano.
Vedere Alfano.
Vedere Alfano.
Vedere Alfano.
Non mi si è incantata la tastiera, è che proprio mi torna su il pollo alla paprika mangiato stasera.
E poi ci sono le tragedie vere per l'Italia: la riforma giustizia. E mi vien solo da definirlo come "colpo di stato morbido".
E poi ci sono le tragedie per la Terra.
E le immagini del terremoto e dello tsunami sono terrificanti.
Lasciano senza parole.
Rimettono a posto il senso delle proporzioni.
E nonostante tutto, continuare a vedere un cane da guardia che abbaia e si sgola per difendere il padrone è commovente. Anzi: lo sarebbe se camminasse a quattro zampe invece che vestire in giacca e cravatta e scorrere lo schermo di un iPhone in diretta tv.
E piano piano parte un tam tam. 
A volume basso, ma crescente.
E dice: "basta basta basta basta..." che finisce per diventare un mantra.
Ma è possibile parlare di cose concrete? Di fatti reali? Di bisogni reali?
Si riesce a fare informazione seria?
Si riesce a cercare di spiegare il perchè ed il percome della disoccupazione giovanile under 30 che si aggira intorno al 30%? che vuol dire 1 su 3?
Del perchè il diesel va a quasi 1,5 euro/litro?
Del problema del nucleare sì/nucleare no?
Del perchè la politica del fare, i politici del fare dal 1994 a oggi non vengono ricordati per niente se non per scandali giudiziari/economici/politici?
Delle possibilità esplorate ed esplorabili per uscire dalla crisi economica o perlomeno per ripartire?
Anzichè parlare dei processi di un 75enne malato di sesso?
E' possibile o bisogna pure ringraziare che i Maya millenni addietro si siano fatti una padellata di cazzi degli altri e del futuro degli altri?
Così almeno sappiamo quanto manca alla fine di questo squallido e triste spettacolino da avanspettacolo di terza categoria.

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