venerdì 4 marzo 2011

Poi, in quei casi lì, si sente sempre freddo

Io non so perchè.
Proprio non lo so, ma, con qualche purtroppo plurima esperienza, ho avuto la sventura di notare come trovandosi ad un funerale la sensazione di freddo che si avverte è continua, persistente e fastidiosamente pungente.
E ti accompagna per tutta la durata della giornata.
All'inizio può essere il mattino.
Poi può essere l'umidità di giornate che sono quasi sempre ed inevitabilmente condite da pioggia o da nebbia o da nuvoloni.
Quindi può essere l'ambiente delle chiese, non esattamente saune a secco.
E suggestivamente magari è la Signora con la Falce che si aggira silenziosamente tra gli astanti.
Il dato certo è che il malessere è visibile.
Nei volti, nelle smorfie, nelle mani tremanti, negli occhi vuoti e persi.
In quei "ciao" appena sussurrati da chi non vorrebbe nemmeno salutarsi forse, perchè non vorrebbe aver motivi per essere lì.

E poi esci dalla chiesa, con le spalle piegate e cariche di tanti frammenti di ricordi, di frasi, di occhiate, di quegli occhi vividi, vivaci e pieni di energia.
Esci dalla chiesa e c'è il sole, il cielo si è aperto in un azzurro che potrebbe essere un segnale, un ulteriore saluto.
Invece nel corteo che si snoda a piedi sotto il sole dalla chiesa al cimitero, la pelle non si scalda, la luce solare non dà fastidio, quasi fosse solamente un pezzo di scenografia.

E il silenzio. Irreale.
Forse sarà che le orecchie sono piene dei troppi ronzii prodotti dai pensieri di ogni cervello, ma si percepisce a fatica il rumore dei passi della gente che si sposta seguendo il carro funebre.
Viene persino voglia di fumare una sigaretta, magari marlboro medium, per provare a sciogliere tutti i ronzii nella sensazione di leggerezza da testa vuota che la nicotina suscita.

Ciao.

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