lunedì 9 maggio 2011

2011-05-09. Totale 1082km

Un tranquillo weekend sedentario.
Le mie chiappe si sono mosse per il totale di km sopra citato.
Biella-Cantù-Biella-Casale-Tavagnasco-Biella-Bologna-Biella.
Da ieri mattina a poco fa.
Perchè?
Perchè come dicono quelli bravi, ma con una frase banale "non importa la destinazione, quanto il viaggio".
E sentirsi in viaggio, in movimento, oggi e ieri, è stato ciò che ci voleva piuttosto che abbruttirsi sul divano.

Perchè il/la futuro/a Tommaso/Carolina meritavano una visita a domicilio e conseguente interrogazione al padre e madre di quella creatura che ha scampato il serio pericolo di chiamarsi Maria Maddalena.
E poi dirigersi verso Tavagnasco per uno spettacolo dei più soddisfacenti per me degli ultimi anni. La musica potrà anche non piacere a tutti, ma Caparezza è un entertainer vero. E coinvolge. Non ti fa sentire nemmeno in colpa perchè non conosci tutti i testi a memoria, ma ti fa muovere la capa a tempo e te ne vai dal concerto contento di aver messo il tuo sabato sera lì dentro quel tendone.
Con la compagnia giusta, per di più.
E poi Bologna: saranno suggestioni, ma una volta una persona che da Milano si mosse a Torino mi disse che camminando per le strade sabaude si era sentita subito meglio, rispetto alla frenetica capitale lùmbard. Quasi che Torino e i torinesi, non propriamente conosciuti per l'ospitalità e il calore umano, l'avessero accolta immediatamente ed immediatamente l'avessero fatta sentire a casa, molto più che negli anni milanesi.
Ecco, oggi a Bologna, come già in passato, è capitato qualcosa di simile a me. Non che dove vivo stia male. Anzi.
Ma lì è una cosa di pelle, quasi che si acquietassero le nuvole e si rasserenasse il cielo. E nonostante il fortissimo vento che si è alzato nella parte finale della giornata. E tutte le volte che sento il vento soffiare forte mi viene in mente il film Chocolat: "Ma l'irrequieto vento del nord non era ancora soddisfatto. Parlava a Vianne di città ancora da visitare, amici bisognosi da scoprire, battaglie da combattere...." ed è un nanosecondo andare a pescare nella memoria Chatwin e la sua "Anatomia dell'irrequietezza" quando ricorda che "Il nomade rinuncia; medita in solitudine; abbandona i rituali collettivi" e che "per i beduini del deserto, casa è semplicemente quanto può essere caricato sul dorso di un mulo". Quindi? Quindi boh. Forse, come detto, saranno solo suggestioni.

La "nipotina acquisita" è una dinamo inesauribile di energia ed ora sul girello è più di un allenamento serio per la maratona. Ma nella "pausa" per girare in centro per un eventuale aperitivo, con Matteo Caccia nelle orecchie (una voce ed un programma - Io sono qui - che meritano: con le basi musicali di sottofondo per me straordinarie e spesso delle chicche tra i due pezzi al giorno che mettono), ci si sentiva bene, quasi sorridenti, nel camminare tra le tante persone ma come se si fosse sott'acqua, senza udire alcun rumore se non il raccontare della voce teatrale di Caccia.
Poi, l'aperitivo è stato sostituito da lunga visita in Feltrinelli dove ho barattato mezzo litro di sangue per un po' di Foster Wallace, il nuovo Sedaris e una scorta di aria condizionata, visto il maggio agostano che si viveva oggi... Inoltre, sottolineando con piacere a se stessi di non provare nessun rosicamento nel non vedere La parte rimanente in alcuno scaffale.

E poi ancora un'ultima tappa, prima di mettere il muso a nord, un boccone rapido e salutare Giulia che si stropiccia gli occhi e agita la manina prima che vada a dormire.

E poi San Luca, che con la luce delle nove di sera di maggio non è completamente buia pur avendo le illuminazioni già accese, è una bella cartolina da mettersi negli occhi e da sovrapporre al nastro asfaltato dell'autostrada; nell'abitacolo ancora Matteo Caccia a raccontare (God bless the podcasts) e non serve null'altro, giusto un po' di the freddo al limone per la sete..

E poi ancora il vento, forte, in tangenziale a Bologna, nell'autostrada del Sole, nella Milano-Torino, fuori dal casello di Carisio e su fino a Biella.
Un compagno fedele in questo viaggio, insieme all'iPod e alle domande che porta proprio il vento.
Le risposte? Come diceva Bob Dylan: blowin' in the wind.
Solo, tutto sta nel comprenderle.

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