venerdì 13 maggio 2011

2011-05-13 Paura vs Passione

La paura è il contrario delle passione.

La fonte è la portinaia del palazzo di uno speaker radiofonico di un programma pomeridiano. Quindi non per forza un'origine aulica, quanto riconducibile alla definizione di "saggezza popolare".
E nelle radici di un'affermazione del genere ci puó anche stare un fondo di reale verità.

La paura potrebbe essere assimilata ad altri significanti. Insicurezza o sensibilità (che sono poi la stessa cosa vista da due lati diversi). Timore reverenziale. Timidezza. Codardia. Consapevolezza (vedi ció che diceva il giudice Borsellino).

Non so perchè ma, ancora una volta, vedo S. Luca dall'autostrada e inizio a seguire/ascoltare/SENTIRE The Streets e, sui cori di Heaven for the weather, inizio a pigiare i tastini di un blackberry prima che Your fit but you know it mi rammenti di quando mi innamorai perdutamente di quel suo accentaccio inglese..

Ma si diceva della paura: é l'opposto della passione come diceva la portinaia di cui sopra? Chi puó dirlo? A me non sembra o forse sí. Forse sì perché inibisce un qualcosa dentro, ma non per forza per escludere passioni dal nostro flusso vitale quotidiano.
La paura è una forma di tutela, di autodifesa, di meccanismo scatenato dall'istinto di conservazione? Mhmhmh..
Non convinco nemmeno me stesso con queste parole: credo che soprattutto per quanto riguarda una passione, la paura non possa e non debba essere un attore protagonista. Credo che soprattutto quando la scenografia é quella della sfera emozionale/emotiva non ci possa essere "paura". Anzi l'unica ammessa è la paura di avere un rimpianto.
Perchè ridestarsi a distanza di qualche anno e pensare "cosa sarebbe successo se io...", "come sarebbe andata se io..." é ormai quasi paragonabile al peccato capitale al (non) aver morso la mela di Adamo&Eva.
Per queste ragioni, inseguire un'emozione deve scavallare ogni collina creata dalla paura. Di qualsiasi origine sia. Cercando di non fermarsi di fronte alle proprie esitazioni (ancora un modo diverso di definire la "paura"?), ma procedendo; forzandosi ad andare avanti. In nome di ciò che alla fine muove.

E non puó mai essere la paura a muovere.
Perchè la paura non muove mai; la paura ferma. Blocca. Non c'é un movimento in avanti prodotto dalla paura, al massimo fa indietreggiare: l'unico spostamento concepibile dalla paura.
La passione al contrario è un motore. Muove, lei sí, a prescindere dalla sua origine. Muove, spinge, stimola.

E anche una giornata storta scaturita dalla spinta della passione, sarà sempre più sopportabile di una giornata dedicata all'inerzia prodotto dalla paura.
Ripetendosi: perchè se inseguire un'emozione é una sorta di comandamento alla faccia del cinismo (ennesima altra trasformazione semantica di "paura" in una sorta di freddezza, distacco, disillusione preventiva?). Perché per passione si rincorre. E lo si puó fare solo in avanti e quindi generano un movimento e inoltre cancella la possibilità che un giorno, alzandosi e volgendo lo sguardo oltre la vetrata che dal Dakota Building dà su Central Park (tutto molto John Lennon, mi rendo conto), ci si chieda "come sarebbe stato se io..", "come sarebbe andata se io..".

Anziché let it be e lascia che sia: take a walk on the wild side e vattela a prendere.

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