martedì 31 maggio 2011

2011-05-31 Sbattimento

E chi sono io per non sproloquiare oggi? L'ultimo degli str...? No. O almeno non mi reputo tale, quindi...


Dunque, oggi è il 31 maggio 2011, sembra di essere al 25 aprile 1945.


L'aria che si respira e le facce della gente sembrano diverse dall'altro ieri.
Sarà suggestione mia, ma anche se piove (e credo che di questo abbia molta colpa Pisapia, a ben vedere...) mi pare di vedere più serenità, o per meglio dire, sollievo in parecchi volti.
Certo, ci sono gli scornati. I livorosi. Quelli che credono davvero all'invasione islamico-cosacca-comunista-tossica nelle piazze di Milano: anche perchè lo dice pure il capo, quello col tacco 9 nel mocassino. E quindi la soluzione comoda e pronto uso per chi non vuol correre il rischio di pensare è servita anche a questo giro di giostra. Ho letto davvero queste parole "ed ora speriamo che ognuno possa avere il suo campo ROM vicino a casa e possa mandare a comunione i propri figli nella vicina moschea, così avrete esauditi tutti i vostri sogni."
E ne sono rimasto allibito, ma come non si può piacere a tutti, non si può nemmeno pretendere di avere tutti la stessa idea. Perchè è giusto così. Il pensiero libero deve essere multiplo. Il pensiero unico ha già prodotto abbastanza sfaceli nella storia dell'Umanità.
In fondo, la ricchezza del Mondo nella sua globalità è data proprio dalle diversità e dalla possibilità di migliorarsi attraverso di esse. E il giorno che l'Italia lo capirà, sarà il momento in cui partirà per davvero la rincorsa per rimettersi in pari con il presente che ci ha lasciato indietro, bloccati come siamo agli Anni 80 dello yuppismo.
Bene: per far diventare quel 'siamo' in un 'eravamo', attendiamo quindi che Gordon Gekko e la sua genìa levino le tende e lascino entrare dalla porta principale il Presente per poter avanzare finalmente verso il Futuro.


Prima di mettermi a caricare di byte questo blog, volevo cercare l'immagine di un pesce che si dibatte alla ricerca dell'ultima molecola di ossigeno. O al limite una "bella" foto della mattanza dei tonni a Favignana.
So che è un'immagine magari cruenta, ma non trovo nulla di più consono a descrivere la sensazione che a me danno le dichiarazioni, le immagini, le facce contrite e i voltafaccia (Minzolini in primis: fino a ieri a zerbinarsi con le interviste e gli spot elettorali camuffati, mentre ora disquisisce di questione anagrafica per S. B.) che arrivano da ogni direzione da volti che hanno le guance arrossate dallo sberlone elettorale che li ha colti in pieno.
Solo pochi fedeli continuano a berciare, vedi Sallusti, che dimostra la veridicità di quanto si dice riguardo al più fedele amico dell'uomo e per la fedeltà dimostrata a B. meriterebbe un monumento come Zanna Bianca.
Altri, invece, si stanno contorcendo in ogni modo per liberarsi del guinzaglio, perchè devono mettersi in fretta a cercare la ciotola in cui sfamarsi a breve.
Tengono però il collare, pronto ad essere agganciato al guinzaglio del padrone di quella nuova ciotola.

Ed in questo agitarsi mi sembrano niente più che il pesce che, una volta sganciato dall'amo, viene depositato nel secchio. E lì si sbatte, si dibatte, si agita, sbatte contro tutti i suoi simili che gli fanno compagnia, alla ricerca di quella molecola di ossigeno che lo tenga ancora in vita. Anche a costo di rubarla al proprio simile, al compagno di branco fino a poco prima, nel pieno rispetto del "mors tua, vita mea".

Sì, è uno spettacolo triste e avvilente. Quasi quanto il Bagaglino perenne di questi ultimi anni.
E purtroppo, non c'è ancora la certezza che sia del tutto terminato.
Mancano ancora alcune tappe.
Ne manca ad esempio una, molto importante: il 12 giugno si dovrà ribadire quanto dimostrato tra domenica 29 e lunedì 30 maggio.
Negli ultimi due giorni bastava bastava una sola lettera: una grande 'X' su qualcosa che significa la speranza che un cambiamento ci possa essere.
Il 12 giugno, sarà necessario fare il doppio: prima una 'S' e poi una 'I'. Perchè quel 'SI' non sarà altro che scandire a chiare lettere ed a voce alta e ferma che questo è ancora un Paese dove, forse, si può continuare a vivere e sperare di costruire qualcosa.

Ora vado.
Fantozzianamente devo preparare la frittatona di cipolle, la Peroni gelata che accompagni il rutto libero e godermi la copertina di Crozza a Ballarò.

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